Grazie alla professoressa Santoro che insegna nella mia scuola, la succursale della Sassetti Peruzzi a Scandicci, ho potuto partecipare al progetto Comenius, il cui scopo principale è quello di permettere a giovani ragazzi provenienti da vari Paesi dell'Europa di fare amicizia.
Quando mi è stato chiesto di parteciparvi ero molto curiosa ed emozionata, non avevo idea di cosa aspettarmi, sotto sotto devo dire che ero anche un po' impaurita.
Perchè? Perchè il progetto prevede di essere ospitati per l'intero periodo da una famiglia del Paese in cui avviene il meeting, nel mio caso era una famiglia norvegese amante dell'Italia, per cui mi sono sentita molto a mio agio e mi sono divertita.
La mia esperienza in Norvegia è cominciata martedì 21 settembre.
Io, la professoressa Santoro e l'altra partecipante Silvia Nistri, ci siamo trovate all'aeroporto di Peretola alle 13:00, e dopo aver salutato i familiari che ci hanno accompagnate, dopo il check-in e i controlli, abbiamo cominciato ad aspettare il nostro primo aereo della compagnia Lufthansa, che sarebbe dovuto partire alle 14:30. E dico "abbiamo cominciato ad aspettare" perchè a causa di alcuni problemi, l'attesa è durata fino alle 15 :30.
Finalmente però siamo partite!
Ci sono stati offerti dei panini al burro molto gustosi durante il volo, ma, nonostante la gioia che quei panini ci hanno regalato, eravamo in ritardo e non abbiamo fatto in tempo a prendere il volo coincidente all'aeroporto di Francoforte.
Che aeroporto gigantesco! I tedeschi sono attrezzati bene, a tal punto che abbiamo girato un sacco di corridoi e abbiamo fatto un sacco di scale prima di arrivare al gate giusto, che se non sbaglio era il numero 65!
Che disgrazia, mi sono detta, aver perso l'aereo per soli pochi minuti! Ma non ci siamo certo perse d'animo: siamo corse a riparare, spiegando alle persone che lavoravano presso il gate cos'era successo, e queste ci hanno stampato dei biglietti nuovi, assicurandoci che le valigie sarebbero partite con il volo successivo.
La partenza vera e propria da Frankfurt per Oslo è avvenuta quindi 2 ore dopo.
Era già notte quando siamo arrivate a Oslo e abbiamo saputo che gli altri studenti europei si stavano già divertendo tutti insieme al Bowling, perciò non vedevamo l'ora di prendere le valigie e andare verso una nuova avventura tranquillamente, ma… l'avventura era già cominciata, dato che le valigie non erano mai partite dall'aeroporto di Peretola!
Ce ne siamo rese conto quando il nastro su cui sarebbero dovute arrivare smise di scorrere, e ormai ad aspettare i bagagli c'eravamo soltanto noi tre.
Erano ormai le 23 passate, quando ad ognuna è stata consegnata una piccola trousse nella quale c'erano il dentifricio, varie cose per il bagno e una maglietta pulita di taglia XL..
"Meglio di niente!" abbiamo pensato. Certamente non eravamo felici come una Pasqua, ma in situazioni del genere ci si può solo adattare!
Un uomo ci ha aiutate a comprare i biglietti del treno per arrivare in città. Un uomo che parlava mescolando Italiano, Inglese, Spagnolo e Norvegese... ma l'importante è che abbia emesso i biglietti giusti.
Eravamo esauste.
Quando siamo uscite dalla stazione di Oslo, due professori della scuola che ci aveva invitati (Mailand School), ci hanno accompagnate nei vari alloggi. Dapprima la prof.ssa Santoro in un ostello della città. Dopodichè è cominciata la ricerca al buio delle case di Andrea, la ragazza che mi avrebbe ospitata, e Celine, che ospitava Silvia.
Sembrava quasi una mission impossibile dato che, dopo un quarto d'ora di giri in macchina per Lorenskog, il numero 17 non l'avevamo ancora trovato, tanto che siamo scesi di macchina e l'abbiamo cercato girando a piedi, invano. Meno male che ho proposto a uno dei professori di chiamare la ragazza e farsi spiegare il tragitto fino a casa!!
Sono arrivata da lei alle 1 e 10 del mattino.
Lei e sua mamma mi hanno subito accolta calorosamente nonostante l'orario, e mi hanno fatta sentire a casa fin dal primo istante. Ricordo molto bene cosa mi disse Andrea dopo avermi accompagnata nella mia stanza: "è così strano vederti qui adesso da un momento all'altro… ma domani andrà tutto bene".
Come ho toccato il letto, mi sono addormentata profondamente, al calduccio, sotto il pesante piumone norvegese.
Il giorno seguente mi sono arrangiata: mi dispiace ammetterlo, ma ho indossato gli stessi calzini del giorno precedente, ed ho cambiato solo i vestiti perchè per fortuna avevo messo un cambio nel bagaglio a mano.
Sofia Falciani 4B